Anche questo anno è stato presente, come sempre, mons. Lorenzo Loppa, già vescovo della diocesi Anagni-Alatri (2002-2022) ed ora vescovo emerito, che alle ore 11,00 ha presieduto una Santa Messa con uno stuolo di sacerdoti e animata dal coro parrocchiale, nella chiesa confinante al bellissimo Convento in ricordo della festa liturgica del Beato Andrea Conti che è anche il compatrono di Piglio.
Alla cerimonia ha partecipato il parroco don Raffaele Tarice, le suore “Oblate dell’Immacolata”, la fraternità O.F.S. B, Andrea di Piglio, il “Comitato B. Andrea Conti”, il “gruppo M.I. ven. P. Quirico Pignalberi” e la comunità di fedeli che continua a dimostrare la profonda devozione che il popolo pigliese, da secoli, ha verso il Beato Andrea, nato da nobile famiglia ed entrato nell’Ordine dei Frati Minori Conventuali, che trascorse circa quaranta anni in un’umida grotta, in totale preghiera ed assoluta penitenza.
Mons. Lorenzo Loppa nell’omelia ha delineato la figura del Beato, i suoi carismi, i suoi insegnamenti, con un linguaggio adatto all’uditorio, riuscendo a destare interesse ed attenzione.
Loppa ha espresso la sua personale simpatia per questa figura di Beato di cui ogni anno evidenzia un insegnamento da trarre dalla sua vita di asceta sempre disposto ad aiutare tutti, ed ha sottolineato che il Beato ha trascorso la vita come desiderava, rinunciando alla porpora cardinalizia, perché Egli viveva sereno nella sua grotta, nel suo romitorio e, quindi, oltre alla ricerca del silenzio e dell’adorazione ci insegna a “fare la volontà di Dio nei luoghi più comuni della terra”.
La presenza del Vescovo a Piglio è sempre un evento che richiama tutti alla fede, alla testimonianza, alla gioia di appartenere a Gesù ed alla sua Chiesa, per diventare continuamente veri credenti che amano, comprendono e vivono il Vangelo.
La sua presenza in questa oasi di spiritualità francescana che reca in sé orme di santi antichi e moderni è stata motivo di gioia per le persone affezionate al convento e al Beato Andrea Conti di cui anche la roccia porta le impronte.
Andrea, l’eterno beato della Chiesa, ma un grande Santo per i pigliesi, pregava insistentemente Dio perchè liberasse dalle ossessioni diaboliche non solo le singole persone schiave di Satana che gli venivano presentate, ma anche tutto il Paese.
Il potere sui demoni concesso da Dio al beato Andrea in vita non cessò di essere sperimentato dai devoti anche dopo la morte di Andrea (1302) e trasmessoci da testimoni oculari che ci fanno conoscere la fonte dei suoi meriti straordinari di esorcista ottenuti da Dio.
Infatti Andrea veniva chiamato il “flagello dei demoni” per le sue doti di rigorosissima austerità e di umiltà.
Molto usata per gli esorcismi è stata la formula: “Per l’umiltà del Beato Andrea, ti comando di allontanarti da codesto corpo”.
Come pure si è rilevata di particolare efficacia l’invocazione: “Ora pronobis beate Andrea” unita all’imposizione della reliquia del suo cilizio.
Giorgio Alessandro Pacetti
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