Niente paura perché nel calcio la paura è dei perdenti. Ma è bene che tutti i sensori di allarme vadano commutati su ‘on’ fino al 28 maggio. E le parole di mister Di Francesco a Dazn nell’immediato post gara del ‘Franchi’ sono più che chiare quando ha parlato di massima cura dei dettagli, compresa alimentazione e riposo. Vuol dire che bisogna trovare – dentro ed anche fuori dal campo – al più presto la soluzione per fermare l’emorragia di punti lasciati per strada (13 sconfitte, solo 1 in meno del Cagliari e 2 in meno della Salernitana) e il fiume di gol che sta riempiendo la porta giallazzurra.
La difesa dopo la 24.a giornate ha il primato di peggiore del campionato (49 reti subìte), con una media di 2.04 reti incassate a partita. Una proiezione che, ancora di più, obbliga a riflettere: con questo trend (e tutti dobbiamo augurarci il contrario, a cominciare da domenica contro la Roma), sarebbero 78 i gol sulla base di 38 gare, quindi con la salvezza a concreto rischio a meno che l’attacco non decida di tradurre in gol ogni azione sotto la porta avversaria. Due raffronti: nella stagione 2015-’16 il Frosinone incassò 76 reti e nella seconda stagione di serie A e nel 2018-’19, i gol subìti alla fine furono 69.
Tanti infortuni, auspicabile Frosinone double face
A 14 giornate dalla fine del campionato, la classifica ancora mette in salvo il Frosinone in ragione di un percorso che ha dato risposte importanti soprattutto nelle prime 10 giornate ma alle spalle spingono (l’Udinese ne è la dimostrazione). La dote che fa sperare è quella delle prime 9 giornate ma si assottiglia. Una serie di contrattempi anche pesanti alla voce infortuni ha sicuramente condizionato la restante parte della stagione fino al 5-1 di Firenze che dopo il 5-0 di Bergamo e il 4-0 in Coppa Italia patito a Torino con la Juventus rappresentano, purtroppo, il punto più basso sotto il profilo del risultato finale, dell’attenzione, dell’applicazione ma anche dello sviluppo della stessa partita.
Ma è bene guardare anche oltre. Il Frosinone che in casa gioca in maniera brillante non può avere lo stesso atteggiamento lontano dal ‘Benito Stirpe’. Di Francesco ha dato un’idea di calcio bella e costantemente propositiva per una matricola ma per la famosa Ragione di Stato è giusto anche snaturarsi con qualche accorgimento in più.
Le parole del presidente sette mesi fa
Lo scorso 8 luglio, il giorno della presentazione di Eusebio Di Francesco a Fiuggi, il presidente Maurizio Stirpe disse le testuali parole, estratte dal suo intervento iniziale: “… Naturalmente è evidente che, come ho avuto modo di dire, la serie A per noi è un ostacolo importante da superare. Cercheremo di fare tesoro delle esperienze che in passato si sono concluse in un modo sfortunato ma rimane un traguardo che non equivale ad una promozione dalla serie B ma è molto di più. Noi ce la metteremo tutta, l’impegno mio e del direttore sarà massimo ma è chiaro che abbiamo dei paletti da rispettare e dai quali non derogheremo. Non potremo mai farci prendere la mano dall’ansia del risultato e delle prestazioni (…). Vi ricordo che questo tipo di percorso non può derogare da tre princìpi: pazienza, fiducia e competenza. (…).”.
La misura della salvezza
E’ necessario quindi essere realisti ma anche pratici: al Frosinone servono 4 o 5 vittorie per restare in serie A. Tradotto dai 12 ai 15 punti che possono essere più alla portata dal 3 marzo in poi. Molto dipenderà però dal cammino dell’intero perimetro della zona-salvezza. E quelle 4 o 5 vittorie potranno arrivare anche in considerazione del fatto che il Frosinone – a causa dei tanti infortuni – sta giocando in maschera da almeno 2 mesi. Il recupero fisico e atletico di elementi fondamentali, compresi i neoacquisti, permetterà di aggiungere quel quid di esperienza che potrebbe mettere i giallazzurri al di sopra della linea rossa.
Domenica al ‘Benito Stirpe-Psc Arena’ arriva la Roma che all’andata il Frosinone seppe tenere in scacco a lungo prima di cedere 2-0. Sarà un’altra partita, i punti peseranno il triplo, non c’è più Mourinho ma c’è De Rossi che di Di Francesco è stato un giocatore di quella Roma che si fermò alle porte della finale Champions. Amarcord a parte, il Frosinone ha un obbligo: stare sempre aggrappato alla partita e giocarsela all’italiana. Con tutte.
Un altro esonero per Pippo Inzaghi
Nell’anticipo della 23.a giornata, l’Empoli grazie al 3-1 in casa della Salernitana scatta verso l’alto e si tira fuori per la prima volta nella stagione dalla bagarre degli ultimi tre posti. Nicola si prende la soddisfazione di sbancare l’Arechi ma soprattutto di dare un dispiacere al patron Iervolino che lo aveva esonerato lo scorso anno a stagione in corso. La sconfitta dei granata costa la panchina a Pippo Inzaghi che dopo l’esonero di Bologna nella stagione 2018-’19 (il 4-0 del Frosinone al Dall’Ara gli dette la spallata) e la retrocessione-thriller col Benevento, conferma di non avere un feeling particolare con la serie A. Al suo posto il direttore Sabatini ha indicato Liverani che dovrà cercare di spostare i campani dall’ultimo posto.
Dicevamo del Bologna che fa felice finalmente patron Saputo dopo anni di ‘vorrei ma non posso’ e si attesta a ridosso dell’ultimo vagone Champions: 4-0 al Lecce, partita senza storia per i felsinei. Il lavoro del direttore dell’Area Tecnica, Sartori, è di primissimo ordine. Al pari di quello del tecnico Thiago Motta che a fine stagione sicuramente emigrerà per una big in Europa, non necessariamente in Italia.
L’Inter vola verso lo scudetto
Resta fermo al penultimo posto il Cagliari, sconfitto in casa dalla Lazio (1-3). Immobile fa 200 ed entra nella storia, Provedel evita il ritorno di fiamma dei rossoblu e Felipe Anderson sigilla 3 punti che portano la Lazio a -1 dall’Europa League con una gara da recuperare. Ultimo posto per l’Europa occupato dalla Roma che accarezza la vittoria in casa con l’Inter ma viene tradita dalla coppia Lu-Pa (Lukaku-Dybala), i neroazzurri ringraziano, ribaltano la partita e vanno a +7 dalla Juventus in attesa del recupero.
Pari e patta tra Sassuolo e Torino e nessuno fa salti di gioia. Il Sassuolo rimane a -1 dalla zona retrocessione, Dionisi sempre sulla graticola ma la Società neroverde – che in estate gli ha venduto praticamente tutta l’argenteria pregiata – lo è ancora di più perché non è facile scegliere un sostituto. L’ad Carnevali all’ingresso dell’Assemblea di Lega nella mattinata di ieri ha invece negato che il tecnico sia mai stato in discussione e che si va avanti con Dionisi.
In casa Torino si resta nel ‘limbo’, secondo pari di fila dopo quello in casa con la Salernitana. Un brodino per il Verona new-style che non va oltre lo 0-0 a Monza: biancorossi asfittici quando si trovano nella condizione di dover fare la partita. La squadra di Palladino sale a 30 punti, quella di Baroni a 19, terz’ultima.
L’Atalanta squadra del momento
La formazione del momento è senza dubbio l’Atalanta che rifila un 4-1 nel finale al Genoa in trasferta. Gasperini ha dato l’impronta che voleva: corsa, qualità, pulizia nelle giocate, uno contro uno esasperato e… DKT, al secolo De Ketelaere: è suo il gol più bello della stagione finora, da cineteca per gli amanti del gran calcio. Pagato dal Milan di Maldini 32 ml, può finire definitivo alla società bergamasca che non dovrebbe farselo scappare per circa 26 ml a giugno con un 10% sulla rivendita.
Nella serata del ‘Ferraris’ passano in secondo piano anche le reti di Malinovsky del Genoa (ex di turno, bordata imparabile sotto l’incrocio) e le perla su punizione di Koopmeiners del provvisorio 2-1. In gol anche l’ex Zappacosta e il rientrante Touré che prima fa arrabbiare il ‘Gasp’ e poi lo fa felice.
Impresa-Udinese
Se la rete di DKT è il Calcio in un singolo gesto, quella del Milan è il calcio nella coralità: l’azione Theo-Leao-Theo è un esempio di precisione geometrica applicata al gioco del pallone. Il pallone del portoghese – che però non fa gol da 15 giornate – infilato al millimetro nelle linee di passaggio ‘otturate’ da 4 giocatori azzurri vale il prezzo del biglietto al pari del colpo da biliardo del terzino sul primo palo. Il Milan vince 1-0, il Napoli con Mazzarri scivola ancora fuori casa.
Nella serata di lunedi l’impresa dell’Udinese probabilmente consegna mezzo scudetto all’Inter, una Juve abulica cade in casa 1-0 per un colpo da biliardo del Lautaro dei friulani, ironia della sorte. E i friulani, gol e tanta difesa, sono la rappresentazione plastica di come una squadra che non frequenta abitualmente le zone meno nobili della classifica deve ramazzare punti.
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