I numeri gli danno ragione. Frosinone è in una cappa di smog. Che intossica i polmoni, stimola malattia respiratorie negli adulti, allergie nei bambini. Il sindaco Riccardo Mastrangeli lo aveva detto nei giorni in cui le polemiche erano più intense: prendevano di mira il suo progetto di modernizzare la viabilità nel capoluogo. Con biciclette da affittare per spostarsi da una parte all’altra, corsie dedicate, bus elettrici.
Lo sapeva. Aveva letto i numeri e li aveva proiettati. Facile in questo modo anticipare che entro poco tutti i mezzi fino ad Euro 4 sarebbero rimasti fuori dal centro di Frosinone. E prevedere che con il passare degli anni i provvedimenti sarebbero diventati più severi. Il 2024 è iniziato da 41 giorni e ben 26 di questi hanno registrato concentrazioni di polveri assassine più alte del limite. Il report di Legambiente nelle ore scorse non ha fatto che confermare ciò che era evidente. (Leggi qui: A Frosinone c’è proprio una Mal’aria).
Numeri che confermano la visione del sindaco: proprio per questo non negoziabile, nemmeno di fronte alle minacce dei Consiglieri che gli hanno sospeso la fiducia. Si va avanti.
Avanti con il bus
Il settore Ambiente e Mobilità del Comune, con la determina 430 dell’8 febbraio scorso ha provveduto all’aggiudicazione della gara per la fornitura di due autobus elettrici.
Si tratta di due autobus corti (lunghezza 7-8 metri) modello e-Atak, prodotti dai turchi della Karsan Europe Srl con sede legale in Corso Vittorio Emanuele II 72 a Torino. Il tutto per l’importo di 952.538 euro oltre a 209.558 euro di Iva al 22% per complessivi € 1,162 milioni di euro. L’acquisto si colloca nell’ambito dei finanziamenti del PNRR cui il Comune di Frosinone è destinatario.
Nello specifico: le risorse sono quelle del Decreto 530/21 – Misura M2, C2 – 4.4. È quella per il “Rinnovo delle flotte di bus e treni verdi”, sub-investimento 4.4.1 “Bus”. L’importo è pari a 5,4 milioni di euro destinati all’acquisto di autobus ad alimentazione elettrica o ad idrogeno da destinare al servizio urbano. I fondi possono finanziare anche la realizzazione delle relative infrastrutture a supporto dell’alimentazione.
È la seconda tranche
In precedenza il Comune capoluogo con la Determinazione 3589/23 aveva provveduto ad aggiudicare definitivamente la fornitura di altri sei bus elettrici. La gara l’ha vinta la Iveco Spa per un importo di 2,9 milioni di euro oltre 641mila euro di Iva al 22% per complessivi 3,55 milioni di euro.
È scritto nella determina dell’altro giorno che “è stato previsto di mettere a disposizione una flotta di bus elettrici a cura dell’Amministrazione Comunale; di infrastrutture di ricarica a servizio del sistema di Trasporto Pubblico Locale ed in particolare del Bus Rapid Transit (BRT).“
L’amministrazione Mastrangeli dunque continua sul solco tracciato nei mesi scorsi. Compreso l’impiego del Brt. Che sarà affiancato da bus corti, ma anche questi elettrici. Senza contare tutti gli altri provvedimenti presi per le tutele ambientali.
Come sono state scelte le tipologie di bus? È scritto a pagina 3 delle dieci di cui è composta la determina del settore Ambiente e Mobilità. Specifica che la sceltra è avvenuta “in relazione sia alle differenti opzioni di bus veicoli elettrici, in funzione anche delle caratteristiche delle differenti tipologie di veicoli disponibili in commercio. Sia tenendo in considerazione del vincolo di budget, le funzioni a cui i veicoli devono assolvere, le peculiarità orografiche e territoriali comunali da servire e delle sezioni stradali”.
Il segnale politico
Dal punto di vista politico è chiaro che il sindaco Riccardo Mastrangeli vuole caratterizzare il suo mandato amministrativo come il più attento all’ambiente di tutti quelli che si sono succeduti a Frosinone dal dopoguerra ad oggi. Anche con il rischio di creare, come già accaduto, più di qualche fibrillazione all’interno della sua maggioranza.
Fibrillazioni di modesta intensità. Con effetti più giornalistici che concreti sull’amministrazione. Dati oggettivi alla mano (dicasi delibere votate in Consiglio comunale) fino ad oggi, al di là di qualche singolo malpancista, non ha fatto registrare particolari posizioni di aperto dissenso nei confronti della volontà del sindaco di mettere in campo ogni azione per contrastare l’inquinamento.
Azioni che inevitabilmente creano malumori anche in chi rifiuta il cambiamento perché è abituato ad entrare ovunque con la propria macchina: se potessero entrerebbero dentro le aule delle scuole e farebbero scendere lì i bambini, parcheggerebbero dentro i negozi e scenderebbero solo per prendere la spesa dagli scaffali. Quando si cerca di cambiare le (comode) abitudini di qualcuno, si diventa automaticamente antipatici. E’ la vita.
La chiamata alle armi
Per questo la “chiamata alle armi” di Riccardo Mastrangeli di queste ore, nei confronti di tutti i Consiglieri della sua maggioranza, ha una precisa e determinata valenza politica. Tutti sono chiamati a sostenere con convinzione, magari anche con qualche presa di posizione ufficiale pubblica, quello che sta facendo e farà l’amministrazione nei prossimi 3 anni per l’ambiente. Ulteriori distinguo non verranno né consentiti né tollerati dal sindaco.
Che poi, in virtù di eventuali distinguo, si possa veramente andare ad elezioni anticipate, è tutto da vedere. Si può governare tranquillamente anche con 16 o 17 consiglieri. L’opposizione consiliare, dal canto suo, per l’Ambiente così come per le altre tematiche di interesse della città, fa quello che sta facendo da quasi due anni. Non è pervenuta.
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