Un punto in più, 2 tolti agli avversari per giunta in uno scontro diretto fuori casa, una gara in meno da giocare. E’ l’elogio del pareggio, una filosofia per tanti giocatori, tecnici, dirigenti ed osservatori. D’altronde anche uno come Buffon predicava “meglio 2 feriti che un morto”. Può essere letto così anche il pari del Frosinone al “Bentegodi” contro il Verona. Un 1-1 che non sta stretto ma è da tenersi stretto come d’altronde ha ammesso Eusegio Di Francesco, allenatore giochista che vuole sempre vincere. Un punto che muove la classifica, rompe il digiuno in trasferta, Certo il suo valore effettivo lo si potrà pesare solo a fine campionato. Per adesso è sicuramente un buon risultato. Regala continuità dopo la vittoria col Cagliari e fiducia in vista del ciclo terribile con Milan, Fiorentina, Roma e Juventus nel prossimo mese.
Sarebbe lapalissiano sottolineare che la vittoria avrebbe aperto un altro scenario. Uno strappo vero e proprio. Tra il Frosinone e il terz’ultimo posto infatti sarebbe stato scavato un vero e proprio solco (+7). Ma non si può ignorare il contesto di una partita complicata per tanti motivi e non solo tecnico-tattici.
Un altro passo verso il traguardo
Il Frosinone continua il suo cammino sulla strada della salvezza finora mai in discussione tenendo presente che Mazzitelli e compagni hanno sempre viaggiato ben al di sopra del terz’ultimo posto. La squadra di Di Francesco tiene il vantaggio di 5 punti sul terz’ultimo posto occupato a quota 18 dal trio Verona, Udinese e Cagliari. I giallazzurri hanno guadagnato 1 lunghezza su friulani e sardi. Idem su Lecce a 21 e Sassuolo a 19 che però ha una partita in meno. Sempre a +7 dall’Empoli penultimo.
Insomma la classifica si muove per i ciociari grazie anche alle sconfitte delle concorrenti. Con 23 punti in 22 giornate il Frosinone mantiene una media di 1,04 che sembra sufficiente per salvarsi. Una proiezione di 39 punti ma potrebbero bastarne meno. Pensate che oggi una delle formazioni ferme a 18 sarebbe salva. Vorrebbe dire che la quota si attesterebbe a 31. Una delle medie più basse (come nel 2021-2022) da quando ci sono i 3 punti.
Rotto il digiuno in trasferta. Più forte delle assenze.
Il pari di Verona ha spezzato la serie negativa fuori casa che aveva toccato le 8 sconfitte consecutive. La speranza è che sia un punto di partenza per migliorare il rendimento esterno che ha fruttato solo 3 punti ed ovviamente nessuna vittoria. L’1-1 del Bentegodi vale ancor di più perché strappato in emergenza. Dieci assenti, solo 3 difensori di ruolo di cui Monterisi a mezzo servizio. E’ stata una prova di carattere dopo un primo tempo deludente ed il gol del vantaggio del Verona.
“Nel primo tempo non abbiamo fatto bene, ma pensiamo a quanto di buono siamo riusciti a mettere nel secondo e ripartiamo da lì – ha sottolineato Di Francesco – Siamo stati più determinati e cattivi. Ricordiamoci anche come abbiamo giocato. A voi sembra facile adattare dei centrocampisti nel ruolo di terzini per tutta la partita e credo che alla fine abbiano fatto anche una buona partita dal punto di vista difensivo. Siamo stati un po’ ingenui in occasione dei calci di rigore ed in qualche situazione. Nella ripresa cambiando qualcosa e mettendo dentro giocatori più offensivi, paradossalmente il Frosinone si è difeso meglio perché si è allontanato dalla propria area di rigore ed ha palleggiato come siamo soliti fare. Ho rivisto nel secondo tempo un altro Frosinone rispetto al primo nel quale siamo stati più passivi. Ma quello che mi dispiaceva era vedere sempre questo pallone alzato che favoriva la qualità degli avversari”.
Ha ragione Di Francesco quando sostiene che la squadra è stata ingenua in alcuni frangenti. E non è la prima volta che capita. Errori che sono stati spesso fatali ai giallazzurri soprattutto nelle partite esterne. Amnesie che hanno un costo salato in termini di gol subiti: 41 (seconda difesa più battuta), solo 2 clean sheet, la porta giallazzurra subisce reti da 7 turni di fila.
Ciclo terribile
Il pari di Verona (unito alla vittoria col Cagliari) ed una classifica buona consentiranno al Frosinone di affrontare con fiducia un mese di febbraio a dir poco complicato. Nel giro di 20 giorni i canarini se la vedranno con Milan allo “Stirpe”, Fiorentina al “Franchi”, Roma in casa e Juventus a Torino. Quattro partite che metteranno a dura prova il Frosinone.
Serviranno delle imprese per far punti ma la truppa di Di Francesco ha dimostrato di potersela giocare con tutte e non lascerà nulla d’intentato per portare a casa qualche punto pesante. Occorrerà il miglior Frosinone ammirato in questo campionato. Altrettanto sarà importante recuperare gli infortunati. In settimana (il mercato chiuderà giovedì alle 20) poi dovrebbe arrivare almeno un altro terzino per permettere a Di Francesco di avere alternative di ruolo.
Grosso “Panchina d’Argento”
È arrivato un altro riconoscimento al grande campionato disputato la stagione scorsa e culminato con la promozione in Serie A con tanto di primato e sfilza di record. Un riconoscimento che vale doppio perché assegnato dai tecnici. Stiamo parlando della “Panchina d’Argento” conquistata da Fabio Grosso tra i principali artefici dell’exploit dei giallazzurri. Grosso ha trionfato con 22 voti davanti a Claudio Ranieri con 16 ed Alberto Gilardino con 6.
L’ex campione del mondo, sfoderando stile e riconoscenza, ha voluto dare merito alla società. “E’ un premio che mi fa molto piacere ricevere – ha detto Grosso a margine della premiazione avvenuta a Coverciano – Ogni volta che lo vedrò mi riporterà agli anni di Frosinone, un percorso lunghissimo e bellissimo che s’è concluso in maniera splendida. Stirpe e Angelozzi ci hanno permesso di cogliere questa occasione. Grazie ancora, spero ci saranno altre occasioni”.
Read More