Dalla retrovia alla prima linea. Anzi, oltre la prima linea. Perché gli specialisti dell’Esercito Italiano che stanno a Cassino nella Caserma Lolli Ghetti dovranno andare oltre le linee del nemico ed acquisire i target cioè localizzare con precisione i bersagli che poi dovranno essere colpiti dall’artiglieria. È questo ciò che faranno gli uomini del 3° Reggimento “Bondone”, l’unità di eccellenza dell’Esercito Italiano nel settore dei droni che si è costituita a novembre a Cassino prendendo il posto dell’80° reggimento fanteria Roma.
Fu Giulio Andreotti il 15 marzo del 1964 ad annunciare la costruzione di una cittadella militare per l’istruzione di duemila soldati. Per quasi quarant’anni ha formato reclute e volontari, ragazzi destinati ai battaglioni ed aspiranti militari di carriera che uscivano da Cassino con il grado di caporalmaggiore; poi è diventato un centro di alta formazione per sergenti e sergenti maggiori.
Da novembre è un’altra musica.
L’Esercito 4.0
Cassino è una delle punte avanzate del nuovo Esercito Italiano concepito dal generale Pietro Serino. Mise tutto nero su bianco nel 2022 dicendo come si sarebbe dovuto sviluppare tutto. La guerra in Ucraina ha suonato la sveglia. Imponendo la riattivazione a pieno regime di realtà come lo Stablimento Militare Propellenti di Fontana Liri. E rendendo centrale il concept del generale Serino.
Un’analisi che definiva cinque macro-aree sulle quali investire subito e per molto tempo: 1) manovra a contatto, 2) manovra in profondità 3) manovra nella terza dimensione, 4) difesa integrata, 5) logistica distribuita. Scriveva all’epoca la greca a tre stelle “Tale sviluppo non potrà prescindere dalla consapevolezza dell’ingresso ‘prepotente’ nella condotta delle operazioni dei nuovi domini cyber e spazio. nonché della combinazione di opportunità e insidie che li caratterizza”. L’Ucraina ci aveva appena insegnato quanto fossero diventati decisivi i droni: come mezzo di intelligence per l’acqusizione dei target, come mezzo di difesa e di attacco.
Subito il Bondone
Nasce per questo il 3° Reggimento “Bondone” che viene assegnato a Cassino per una questione di logistica. Ha le strutture idonee ad ospitare un’unità di quel genere ed è in una posizione strategica. Nei fatti ed andando al di là della retorica: l’Esercito Italiano crea da zero un’unità altamente specializzata che fino a quel momento non avevamo e gli assegna come bandiera di guerra quella del 3° Gruppo Specialisti d’Artiglieria Bondone.
Per il funzionamento della caserma e le attività ordinarie ci pensa il personale dell’80° Reggimento che cambia semplicemente le mostrine. Per la guerra elettronica fatta con i droni vengono concentrati i migliori nel campo. All’epoca la Difesa spiegò che la nascita del Bondone “costituisce un passo chiave per la creazione di un polo di riferimento nazionale per le istituzioni militari e civili, per le aziende e gli operatori economici di settore. Questo importante passo verso il futuro rappresenta l’impegno tangibile dell’Esercito nelle sfide alla modernizzazione delle proprie forze, in linea con i progressi tecnologici di prossima generazione”.
La lezione Ucraina
In pratica, l’Esercito Italiano si prepara a un futuro sempre più tecnologico e interconnesso, in grado di fronteggiare le sfide dei moderni campi di battaglia. Il nuovo Reggimento di Cassino nasce dall’adattamento alle lezioni apprese dagli scontri in Ucraina. Insieme a lui si concretizza la nascita del 9° Reparto Sicurezza Cibernetica “Rombo”, simbolo di un cambiamento radicale nell’approccio alle operazioni militari.
Il Supporto Targeting incarnato dal Reggimento Bondone si basa sull’utilizzo di droni per individuare obiettivi oltre le linee nemiche e sulla gestione delle informazioni raccolte. Questi mezzi aerei gestiti dal personale di Cassino diventano fondamentali nei duelli di artiglieria, consentendo di localizzare e distruggere le risorse nemiche con rapidità e precisione.
Il Reggimento di Cassino dovrà coordinare un vasto arsenale, dai cannoni ai razzi MLRS, utilizzando dati raccolti e analizzati tramite avanzati sistemi informatici, tra cui i tablet che si sono dimostrati cruciali per la rapidità delle operazioni.
La creazione di queste unità non è soltanto una questione di attrezzature all’avanguardia: per fare un cannone bastano 20 minuti in fonderia ma per fare l’artigliere che lo manovra servono vent’anni. In pratica, le nuove esigenze strategiche richiedono reclute altamente specializzate. Per questo le forze armate italiane hanno avviato un programma di reclutamento mirato a individuare giovani talenti con competenze specifiche nel campo della tecnologia e della sicurezza informatica. Nonostante le limitazioni di risorse e di budget, questo programma ha ottenuto successo, anche grazie a iniziative come competizioni hacker rivolte agli studenti universitari.
Oggi la bandiera
La cerimonia di consegna delle bandiere di guerra avvenuta oggi sancisce l’avvio di questa nuova fase per l’esercito italiano. Tuttavia, questa trasformazione è solo il primo passo di un lungo percorso. Le forze armate devono affrontare una realtà in cui i conflitti su larga scala sono nuovamente una minaccia per l’Europa, come evidenziato dalle parole del comandante dell’esercito britannico Patrick Sanders. L’adattamento non riguarda solo le forze armate ma l’intera società, richiedendo un impegno collettivo per affrontare l’incertezza globale in cui ci troviamo.
“Per noi soldati – ha detto oggi il generale Serino durante il suo intervento – è un giorno festoso. Salutiamo il ritorno di tre bandiere di guerra che da oggi ritornano a capo dei rispettivi Reggimenti. La bandiera é la storia di uomini che hanno servito il Paese e che con i loro sacrifici spesso la Storia l’hanno scritta. Queste Bandiere ricordano la dura sfida che ci chiede di rinunciare a parte del nostro passato per affrontare il futuro”.
“Una sfida – ha proseguito il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito – che si chiama cambiamento. Quello che oggi chiamiamo futuro domani sarà presente e oggi alle donne e agli uomini di questi Reggimenti non affidiamo solo i Vessilli ma il compito di essere protagonisti del cambiamento“.
A rappresentare la Difesa c’era il Sottosegretario Isabella Rauti. Ha spiegato che “I tre Reparti a cui sono state consegnate le Bandiere hanno, in comune, una forte connotazione di modernità nei rispettivi campi d’azione ovvero la capacità cyber, l’impiego dei droni e la cooperazione civile-militare. Oggi si celebra anche la capacità dell’Esercito di intraprendere un processo di sviluppo e di introdurre un cambio di passo per la Difesa e per le Forze Armate, rispondendo con nuove soluzioni, alle moderne sfide nei contesti sempre più complessi e multidominio“.
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