Frosinone – Una vera e propria bufera mediatica quella scatenata dall’operazione “Full cash back”. In provincia di Frosinone e non solo non si parla d’altro ormai dall’alba di martedì, quando il blitz congiunto di Squadra Mobile e Guardia di Finanza ha disvelato gli affari illeciti dei professionisti della “Ciociaria bene”. Un sistema con a capo una “triade”, come l’ha definita il Gip del Tribunale di Frosinone, Ida Logoluso, nell’ordinanza che ha portato alle undici misure cautelari scattate l’altro ieri.
Nel mirino della Procura, funzionari della Bpf, notai, imprenditori e un avvocato. Al momento sono 33 le persone indagate. In carcere sono finiti gli imprenditori Angelo De Santis, 54 anni di Frosinone e Marino Bartoli, 51 anni di Ceccano. Arresti domiciliari per Rinaldo Scaccia, 76 anni di Veroli, direttore generale e amministratore delegato della Banca Popolare del Frusinate; per il notaio in pensione Roberto Labate, 77 anni di Roma con studio a Sora all’epoca dei fatti; ai domiciliari anche l’imprenditore di Veroli Paolo Baldassarra, 41 anni, e l’avvocato napoletano Gennaro Ciccatiello, 38 anni residente a Veroli. Domiciliari, con misura custodiale di due mesi, per il notaio Federico Labate, 47 anni, residente a Roma e figlio di Roberto Labate; per i funzionari della Bpf, Luca Lazzari 42 anni di Roma e Lino Lunghi, 51 anni di Pofi. Alla scadenza della misura scatteranno i divieti di dimora in Ciociaria per il primo e nella città di Frosinone per gli altri due. Divieto di esercizio della professione di consulente fiscale per nove mesi nei confronti di N.L. e divieto di esercitare imprese ed uffici direttivi di persone giuridiche ed imprese, per altrettanti nove mesi, nei confronti di G.P.
Contemporaneamente all’esecuzione delle misure custodiali, è stato effettuato anche il sequestro preventivo finalizzato alla confisca diretta, per quasi 4 milioni di euro e il sequestro preventivo finalizzato alla confisca del profitto dei delitti di riciclaggio ed auto riciclaggio per un totale di oltre 6 milioni e mezzo di euro. Sequestro preventivo anche per diverse unità immobiliari.
La Bpf nel mirino di Bankitalia
Occhi puntati sulla Banca Popolare del Frusinate non solo da parte della magistratura. Ora anche il dipartimento Vigilanza bancaria e finanziaria di Bankitalia vuole vederci chiaro. Stando alle indiscrezioni trapelate, infatti, la Banca d’Italia starebbe valutando l’invio di ispettori nella sede di De Matthaeis. Già dalla prossima settimana gli ispettori di palazzo Koch potrebbero arrivare negli uffici delle Bpf. Un atto dovuto a tutela dei risparmiatori e della Banca stessa.
Gli affari della “triade”
Associazione a delinquere, falso, truffa per erogazioni pubbliche; riciclaggio ed autoriciclaggio. Poi una serie di reati finanziari quali omesse dichiarazioni, emissione di documenti e fatturazioni per operazioni inesistenti, indebite compensazioni d’imposte, esercizio abusivo di attività di intermediazione finanziaria ed infedeltà patrimoniale. Questo il lungo elenco di reati che la Procura di Frosinone contesta, a vario titolo, agli indagati. Le accuse fanno emergere la presenza di più gruppi ben organizzati e ramificati sul territorio che, oltre ad aver inquinato il mercato immobiliare, operavano nel settore delle truffe legato al “super bonus”. A capo di questo “quadro” – come si legge nell’ordinanza – “opera la triade composta da Angelo De Santis, Rinaldo Scaccia e Roberto Labate – il notaio che insieme al figlio Federico roga la più parte dei contratti – che non solo assicura l’arricchimento individuale dei partecipi ma, presumibilmente, opera anche per assicurare la permanenza dell’egemonia dello Scaccia sulla Bpf”. In buona sostanza, senza Rinaldo Scaccia ai vertici della Banca verrebbe meno la possibilità operativa del “gruppo criminale”.
Le “mattonelle” di denaro, il riciclaggio e gli affari illeciti
Necessarie macchinette conta-soldi, tanto era il flusso di denaro “da ripulire” che transitava nelle mani del gruppo. Somme di denaro contante variabili tra i 10.000 ed i 70.000 euro. “La mattonelle”, così le mazzette venivano definite dal gruppo – come emerge da diverse intercettazioni telefoniche -, venivano utilizzate per gli affari illeciti. Tra questi l’acquisizione, attraverso le aste giudiziarie, di stabilimenti industriali e commerciali.
“L’associazione criminale, si avvale altresì, come strumento, della stessa Banca Popolare del Frusinate e, propriamente, della attività che, sotto l’egida suo Direttore Generale ed Amministratore Delegato Rinaldo Scaccia, vede al centro della scena criminale Angelo De Santis (coadiuvato dall’apporto tecnico dei notai Labate), nonché dalla struttura del Corporate Banking della BPF, in persona dei funzionari Lazzari e Lunghi. – Scrive il gip – L’associazione per delinquere occupa i vertici della Bpf, al fine di garantire ai suoi promotori e partecipi la concreta realizzazione di una serie di illeciti arricchimenti operando mediante il finanziamento privilegiato di operazioni, tutte promosse e coordinate da De Santis, per l’acquisizione di immobili pignorati (prevalentemente stabilimenti ex industriali e complessi produttivi dismessi) con partecipazione alle aste giudiziarie di società fittiziamente amministrate da terzi sodali alle quali vengono intestati gli immobili acquisiti”.
“La Bpf asservita agli interessi di De Santis e Scaccia”
Appare provata per l’accusa anche “La persistenza di più solide strutture operative illecite, ancora perfettamente funzionanti ed attive nell’economia della provincia ciociara, che programmaticamente tendono ad espandere la loro azione profittando del grave grado di compromissione nelle attività illecite delineate del management della Banca Popolare del Frusinate. L’istituto appare in verità asservito agli interessi illeciti perseguiti dai promotori ed organizzatori dei gruppi associati…e non solo consente l’attuazione dei programmi criminosi di quelle associazioni permettendo ad Angelo De Santis, in ragione della sua relazione privilegiata con il direttore Scaccia, di esercitare abusivamente l’attività di intermediario finanziario, non solo omette le segnalazioni di operazioni sospette…ma addirittura si presta a fiancheggiare e sostenere le operazioni di riciclaggio poste in essere dal gruppo Baldassarra/Cicatiello in accordo col gruppo De Santis/Bartoli giungendo, con i funzionari del Corporate Banking, a fare da depositaria temporanea di denari contanti in nero destinati ad alimentare le dette operazioni illecite”.
Gli interrogatori
Intanto hanno preso il via i primi interrogatori. Ascoltati in carcere Angelo De Santis e Marino Bartoli, difesi dall’avvocato Angelo Testa. Entrambi hanno respinto le accuse dicendosi pronti a collaborare con la magistratura per fare chiarezza. Nei prossimi giorni, presumibilmente già da domani, saranno ascoltati i sette ai domiciliari. Doveroso precisare come ci si trovi in una fase delle indagini preliminari, per cui vige il principio costituzionale della presunzione di innocenza per gli indagati sino a giudizio definitivo.
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