Gli Stati Uniti sono nel pieno di un’epidemia di malattie sessualmente trasmesse, con 2,5 milioni di casi di clamidia, gonorrea e sifilide registrati nel 2022, l’ultimo anno per cui vi siano informazioni disponibili. A lanciare l’allarme in un rapporto di sorveglianza sulle infezioni a trasmissione sessuale sono i Centers for Disease Control and Prevention (CDC) statunitensi: anche se la clamidia continua, come ormai da alcuni anni, ad essere l’infezione dominante tra quelle a trasmissione sessuale, con oltre 1.758.000 casi, a preoccupare è soprattutto l’impennata di casi di sifilide, cresciuti dell’80% negli ultimi 5 anni, e del 17% rispetto al 2021.. neonati: più a rischio. L’incidenza della sifilide è cresciuta in tutte le fasce di età, inclusa quella dei neonati, che possono contrarre l’infezione dalla madre in gravidanza attraverso la placenta e durante il parto, venendo così al mondo con sifilide congenita precoce. La malattia causata dal batterio Treponema pallidum può avere conseguenze molto gravi sul neonato come rallentamento della crescita, meningite, convulsioni e disabilità intellettiva.. Prevenire sarebbe facile. Nel 2022 sono stati riportati ai CDC più di 3.700 casi di sifilide congenita, un numero quasi 11 volte maggiore rispetto a 10 anni fa. La malattia ha causato 231 morti perinatali e 51 morti in culla. Se si considerano invece tutti i casi di sifilide in generale, quelli del 2022 sono stati 203.500. La sifilide è trasmessa attraverso rapporti sessuali e orali ed è curabile con antibiotici. Test precoci per tutti ma specialmente per le donne in gravidanza, e terapie puntuali, potrebbero prevenire l’88% dei casi. Come si è arrivati allora a questa situazione?. Le ragioni della crisi. Secondo alcuni esperti sentiti dal New York Times, alla base della crescita dei casi di sifilide e delle altre malattie a trasmissione sessuale ci sarebbero più ragioni: l’aumento recente dell’abuso di sostanze, legato a comportamenti sessuali a rischio; i progressi nella lotta al virus dell’HIV che hanno avuto come effetto collaterale la diminuzione dell’uso di profilattici necessari a prevenire anche le altre infezioni sessuali; e – soprattutto – la chiusura – tutta politica-, di molte cliniche per la salute sessuale, che ha reso i servizi per la salute riproduttiva inadeguati rispetto ai bisogni sul territorio, e che rende il problema particolarmente grave negli Stati Uniti, dove su questi presidi sanitari si è giocata la battaglia per il diritto all’aborto.. Diritti negati. Anche se tutte le comunità sono toccate, sono soprattutto le minoranze etniche a registrare il numero maggiore di casi. Le persone afroamericane costituiscono il 30% dei pazienti affetti da casi di sifilide primaria o secondaria (i primi due stadi della malattia). Ma l’incidenza è ancora maggiore tra i Nativi Americani e le popolazioni native dell’Alaska (67 casi ogni 100.000 persone). . Investire in salute. «Le malattie sessualmente trasmissibili, in particolare la sifilide, continueranno a sfuggire al controllo fino a quando l’amministrazione e il Congresso non daranno alle comunità i finanziamenti di cui hanno bisogno per fornire i servizi di screening, trattamento e prevenzione più basilari» scrivono gli esperti della National Coalition of STD Directors (NCSD), che riunisce i più importanti medici esperti di malattie a trasmissione sessuale. Il Paese più potente al mondo è chiamato a una nuova, basilare sfida di salute pubblica..
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